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La digitalizzazione della finanza – l’inizio di un nuovo capitolo

Pubblicazione: 03 agosto 2023Tempo di lettura: 4 minuti
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Il recente crollo della valutazione di mercato delle Fintech potrebbe essere una buona notizia?

Il recente crollo dell’economia ha avuto un impatto negativo sulla valutazione di mercato delle aziende del settore tecnologico di tutto il mondo. Questo effetto è stato particolarmente marcato nel settore Fintech. Secondo il Financial Times, dal 2020 la valutazione delle società Fintech quotate negli Stati Uniti è stata ridotta per quasi mezzo trilione di dollari.¹ Le valutazioni estremamente positive del settore sono state in parte certamente sostenute dalla crisi dovuta al Covid, in quanto gran parte del mercato riteneva che la pandemia avrebbe accelerato la digitalizzazione del settore dei servizi finanziari. Tuttavia, il rallentamento dell’economia globale, l’aumento dei tassi di interesse e la crescita dell’inflazione hanno iniziato a dipingere un futuro più cupo per il settore Fintech. Alcuni potrebbero interpretare questo fenomeno come la reazione del mercato al fatto che le Fintech sono una novità e che la trasformazione digitale della finanza non riguarda la trasformazione di un intero settore.

Si sbagliano di grosso.

Le società di servizi bancari e finanziari sono state a lungo riluttanti (o incapaci) a sfruttare al meglio il potenziale della tecnologia digitale. Le banche e le istituzioni finanziarie di tutto il mondo stanno utilizzando sempre più la tecnologia per trasformarsi. Il primo passo di questo cambiamento è quello che possiamo definire la fase di adattamento. Quasi tutte le banche del mondo hanno un sito web, molte hanno anche adattato al web alcuni dei loro servizi finora disponibili soltanto in filiale, ottenendo benefici concreti e considerando internet come un nuovo canale e nulla più. Alcune banche hanno proseguito su questa strada e hanno deciso di continuare il loro percorso digitale fornendo nuovi servizi complementari alla loro offerta principale, passando così alla fase successiva della trasformazione digitale: l’evoluzione.

È qui che iniziano le sfide: i prodotti, i processi e le capacità di erogazione esistenti impediscono alle banche di passare alla fase successiva del cambiamento, quella della trasformazione. Questa fase richiede che la banca ripensi, ridefinisca e ricostruisca il proprio modo di operare. Poche organizzazioni (non solo le banche) sono in grado di trasformarsi completamente da sole.

Mentre le banche si occupavano di questi impedimenti ereditati dal passato, alcuni soggetti lungimiranti hanno intravisto l’opportunità di sottrarre loro quote di mercato, approfittando della loro inerzia. Si tratta delle Fintech. Aziende come PayPal, Wise, Klarna, Robinhood – solo per citarne alcune – hanno intravisto l’opportunità di accaparrarsi una parte del business delle banche, costruendo soluzioni più efficienti per soddisfare le esigenze finanziarie dei clienti grazie alle nuove tecnologie. Le Venture Capital, le società di private equity e persino i mercati finanziari hanno visto questi operatori come gli eredi delle banche, prevedendo che le avrebbero affrontate in fretta e che, con grande probabilità, avrebbero vinto. La rapida digitalizzazione dei servizi finanziari determinata dal Covid sembrava essere un volano decisivo. Le banche hanno reagito dichiarando che avrebbero cooperato con le Fintech, investendo e collaborando con loro, ma si è trattato di un processo lento, difficile e talvolta puramente strategico.

Tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, le economie di tutto il mondo hanno iniziato a registrare un rallentamento. Le banche sembravano essere in una posizione migliore per beneficiare di questa flessione rispetto alle Fintech. Ciò ha portato molti “esperti” a dichiarare che le Fintech fossero sopravvalutate, con l’inevitabile svalutazione del mercato. Ma questi eventi non segnano di certo la fine della rivoluzione Fintech, così come il crollo di Dotcom del 2000 non ha decretato la fine dell’e-commerce.

Nei prossimi mesi, probabilmente, le banche otterranno risultati migliori delle Fintech, in un’economia caratterizzata da tassi di interesse elevati e inflazione. È probabile che utilizzino la loro forza finanziaria per puntare alle Fintech come obiettivi di acquisizione o partner di investimento. Per le Fintech sarà difficile resistere a queste proposte.

Ma le collaborazioni tra operatori tradizionali e innovatori sono difficili. È difficile creare fiducia tra organizzazioni che operano in modi fondamentalmente diversi. Capire come comunicare e allineare non solo gli obiettivi, ma anche i processi, le metriche di performance e i risultati desiderati, richiederà attenzione e cura.

Uno dei modelli di business più interessanti che derivano da questo approccio sono le emergenti piattaforme di Open Finance, in cui banche e Fintech possono cooperare senza soluzione di continuità creando una gamma di servizi, funzionalità e flessibilità impensabili solo pochi anni fa.

Se realizzata nel modo corretto, la cooperazione tra banche e Fintech può apportare benefici a molte delle parti interessate:

  • Le banche facilitano il proprio processo di innovazione, sviluppando modi migliori per servire i propri clienti a costi inferiori e con tempi di commercializzazione più brevi.
  • Le Fintech hanno accesso a nuovi clienti e mercati.
  • I clienti delle banche e delle Fintech ottengono prodotti e servizi finanziari migliori.
  • Le autorità di vigilanza controllano un mercato più competitivo e presumibilmente meno instabile da sorvegliare.

Le uniche ripercussioni negative potrebbero verificarsi per coloro che per primi hanno investito nelle Fintech. Questi dovranno accettare ritorni modesti sui propri investimenti e non le valutazioni stratosferiche che lo scorso anno sembrava presagire.

Per una volta, tutti possono uscirne vincitori.

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“Le piattaforme aperte creano un circolo virtuoso che coniuga i vantaggi competitivi dei player tradizionali e newcomers. Questo tipo di ecosistema consente di interagire senza frizioni, democratizzando l’accesso alle tecnologie più recenti e sfruttando le potenzialità del cloud e delle API. Infatti, la collaborazione tra Banche e Fintech sta emergendo come la strada più efficace per l’innovazione nel settore bancario e finanziario. In Fabrick abbiamo costruito una piattaforma Open Finance che connette player di diversi settori e orchestra i servizi di Open Payments e Open Banking, per favorire la co-creazione di customer journey evolute”.

Paolo Zaccardi, CEO & Co-Founder – Fabrick.

L’autore di questo articolo è Alessandro Hatami, socio fondatore di Pacemakers.io ed ex dirigente di Lloyds Banking Group, PayPal e GE Capital. Co-autore del libro “Reinventing Banking and Finance”, riconosciuto come “Best Book on Banking” 2022 da Investopedia.

Fonti
1

Half a trillion dollars wiped from once high-flying fintechs | Financial Times, luglio 2022

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