Terze Parti: le Third-Party Providers, chi sono e cosa possono fare con la PSD2
Ogni volta che si parla di open banking e di PSD2 si fanno spazio sulla scena le terze parti, nuovi player invitati a partecipare ad un mercato fino a pochi anni fa a loro proibito e che invece oggi grazie alla nuova direttiva più che mai aperto, accogliente e competitivo. E’ quindi opportuno comprendere meglio chi si cela dietro al nome di “terze parti” e cosa ci possiamo aspettare dalle aziende definite tali.
Terze Parti: chi sono le Third-Party Providers
Le possiamo vedere indicate anche come TPP acronimo del nome inglese Third-Party Providers e possono essere di tre diverse tipologie che corrispondono ai tre nuovi servizi abilitati dalla normativa PSD2 e che sono alla base dell’Open Banking ovvero di un nuovo modo di fare finanza più aperto, più conveniente per gli utenti e fortemente basato sui dati.
Ecco le tre tipologie di terze parti e le principali caratteristiche.
Gli AISP (Account Information Service Providers) offrono ad aziende terze la possibilità di accedere alla banca del consumatore per ottenere informazioni relative al suo conto. In tal modo quest’ultimo può ottenere le informazioni concernenti conti anche in banche diversi tutte su un’unica piattaforma che gli regala una comoda panoramica generale della sua situazione finanziaria da cui può comprendere la situazione dei tutti i suoi conti correnti e anche degli eventuali pagamenti elettronici effettuati.
I PISP (Payment Initiation Service Providers) sono player che permettono a soggetti terzi di effettuare un’operazione di pagamento per conto di un acquirente, previa sua autorizzazione ovviamente, senza che debba passare dall’home banking. Ciò significa che chi usufruisce dei PISP possono effettuare pagamenti digitali con maggiore flessibilità e semplicità
I CISP (Card Issuers Service Providers) sono forse le terze parti meno note ma non per questo meno utili. Possono infatti emettere carte di debito legate a conti accesi presso un altro istituto. Sono quindi soggetti che non detengono direttamente i fondi ma hanno il permesso di verificare la disponibilità sul conto di appoggio esterno in modo da poter comprendere se finalizzare o meno un pagamento.
Terze Parti: perché esistono le Third-Party Providers
Non è una domanda filosofica, questa sulle terze parti, ma la volontà di andare a comprendere come nascono queste categorie di soggetti fino a pochi anno fa forse nemmeno immaginabili. PISP, CISP e AISP devono la loro esistenza alla PSD2 che obbliga le banche a condividere le proprie API e i dati dei propri clienti con soggetti autorizzati. Le terze parti appunto. La loro esistenza sconvolge le regole del mercato e soprattutto i business plan della banche ora obbligate a permettere ai propri clienti, retail e aziende, di avere accesso ai propri conti attraverso soggetti terzi e anche di operare on line con essi con le stesse medesime condizioni con cui lo potrebbero fare se stessero agendo direttamente dalla banca. Non devono esserci accordi specifici perché tutto ciò avvenga: è l’open banking.
Tecnicamente tutto questo è possibile grazie alla condivisione e all’utilizzo delle API (Application Programming Interface), un sistema di procedure che rende possibile la comunicazione tra i servizi di terze parti e quelli bancari, per raccogliere le informazioni necessarie ed interagire nei modi indicati per ogni categoria, AISP, PISP e CISP.
Questo cambio di logiche e di equilibri provoca un netto miglioramento della use experience del cliente che vede semplificarsi molte procedure, sempre nella massima sicurezza, e può scegliere tra più servizi con prezzi più convenienti.
. Abbiamo visto come PISP, AISP e CISP possono migliorare sensibilmente la user experience del consumatore. A questo punto passiamo a un altro fattore, strettamente legato alle AISP, ovvero le piattaforme Big Data
Terze parti europee: l’organizzazione ETPPA
Per affrontare in modo coordinato e vincente i problemi relativi alla PSD2 ed emergere nella competizione per l’accesso agli account della clientela un gruppo di aziende fintech europee ha costituito un’organizzazione no profit il cui scopo è quello di assistere le Terze Parti. Si chiama ETPPA (European Third-Party Provider Association) e vuole rappresentare gli interessi di questi nuovi player verificando che ci sia davvero un’abolizione del monopolio delle banche sull’accesso dei loro clienti ai propri account che permetta loro di sbloccare i propri dati usufruendo di una vasta gamma di servizi a valore aggiunto.